lunedì 14 febbraio 2011


Relazione corso giocodanza Milano 2010/2011 di Elena De Zuani


“ Ciao Elenita! Come va la scuola? Falle giocare le bambine eh!”, mi diceva ogni volta che la incontravo... E' stata la mia prima maestra di danza a dirmi, con estrema semplicità, quello che per molti anni ho pensato non fosse così importante nell'insegnamento di una disciplina tanto rigorosa. Col tempo però, nel mio percorso di maestra, ho avuto la possibilità di capire il valore che può avere il gioco, inteso come base solida e sorridente per rendere veramente vivi e apprezzabili il lavoro, la fatica, l'impegno.

Ho potuto apprendere e attuare metodi e insegnamenti validi in questa direzione grazie a persone ed insegnanti che in vari corsi hanno generosamente trasmesso il loro metodo e la loro esperienza.



Questo corso GiocoDanza® in particolare, ha per me delle novità eclatanti, degli esercizi gioco ricchi di fantasia e divertenti, ma ,al tempo stesso, molto educativi ed efficaci per l'apprendimento spontaneo di regole basilari contenute nel programma per l'apprendimento della danza. Non immaginavo, ma sperimentandoli, ho riscontrato che funzionano davvero tanto.

Una delle cose che ho utilizzato subito è stata l'idea di Lulù. Avevo anch'io una bambola a scuola, da anni, una pigotta col tutù giallo regalata da amici, ma che è sempre stata seduta, immobile e non aveva nemmeno un nome... Ora si chiama Mimì, anche lei può parlare, solo alla maestra come Lulù, i bambini si incantano e, che ci credano o meno, la ascoltano a bocca aperta quando riferisco loro cosa mi dice e fanno tutto quello che lei suggerisce, le sono affezionate, la salutano quando escono e hanno persino espresso il desiderio di portarla in teatro per il saggio.

Ho studiato per tanti anni con un maestro scaligero, severo e rigido. All'inizio della mia esperienza come maestra mi comportavo un po' come lui, convinta che fosse il metodo giusto per questa disciplina. Se negli anni ho poi modificato molto il mio modo e le mie lezioni, ora con il GiocoDanza® mi diverto anche e vedo le mie allieve ancora più serene e tranquille, il tempo della lezione vola e ci dispiace molto più di prima che sia già finita... Anche l'esercizio un po' “pesante” o faticoso viene ora svolto comunque con entusiasmo e forse fanno anche molto più di prima, ma con un'allegria e una complicità che soddisfa ancora di più loro e me, senza togliere niente all'apprendimento dello studio della danza.

In più occasioni mi sono domandata quale fosse la ragione per cui il giocodanza fosse in grado di attirare e coinvolgere così facilmente anche gli allievi restii alle attività proposte. In effetti, dopo tanto riflettere mi sono resa conto di come la risposta sia molto semplice e la si può trovare già nel termine giocodanza. Anche la psicologia dell’età evolutiva attraverso gli studi Bruno Bettelheim ha evidenziato come il gioco e la fiaba aiutino il bambino a superare difficoltà grandi o piccole, nel corso della sua esitenza. Così il giocodanza garantisce il superamento di due importanti ostacoli: da un lato non più effettuare esercizi noiosi spesso afinalistici, ma svolgere attività giocose e piacevoli , dall’altro fare giochi che aiutano a crescere in maniera del tutto spontanea ossia portarsi alla dimensione, alla sintonia più naturale per l’interazione con il bambino.

Sono grata di aver avuto la possibilità di incontrare questa metodologia, perché del tutto innovativa in quanto rivoluziona il processo di docenza nell'ambito della danza e nella relazione insegnante/allievo.
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Elena De Zuani
Ecole De Danse
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