venerdì 29 luglio 2011

Seminario Lago Maggiore - luglio 2011 - Relazione di Sara Lattanzi

RELAZIONE GIOCODANZA® di SARA LATTANZI


Verbania, 21 luglio 2011

E’ proprio vero: non si finisce mai di imparare! Ed oggi posso dire che, quando nella vita non riesci a scegliere qualcosa di tua spontanea volontà, stai sicura che prima o poi è la vita che la sceglie per te! E ti offre su un piatto d’ argento, ciò che hai sempre escluso o rimandato ad altri momenti, come fosse il miglior cioccolatino che si sia mai mangiato e che mai mangerai! E allora chè fare? E allora si mangia sto cioccolatino, chè sarà mai..Una volta ogni tanto nella vita si dovrà pur correrequalche rischio, no?!?!

Non ti dirò cara Marinella, come mi è capitato il tuo nome sulla bocca (magari te loracconto di persona), voglio tu sappia soltanto, che da un’ esperienza del genere, mai avrei immaginato di potermi arricchire così tanto...

Arrivo a Verbania in macchina, di corsa, come al solito in ritardo, trafelata dopo le ultime 100 cose da fare. Della serie “finalmente sono in ferie”, quella mattina “e fai la lavatrice e stira la camicia e paga la bolletta e ricordati questo e a Milano si muore dal caldo..uff..fortuna che si va a Verbania va, almeno cambio aria e magari respiro pure!

In viaggio in macchina guardo un pò di qua e un pò di là..”hiiiiiii il lago, che bellooooooo!” Manco fosse il primo che vedo poi, ma io, di “denominazione meridionale controllata”, quando vedo acqua, credo subito sia il mare! Il navigatore che mi parla incessantemente “rispettare il limite di velocità”. “Ho capito navigatore, ma cavoli sono in ritardissimo, per stavolta chiudi un occhio per favore e taci per sempre!”

Trovo l’ hotel finalmente, parcheggio l’ auto e mentre sto per mettere i miei sandaletti nuovi fuori dallo sportello della macchina, Dio decise di mandare giù ilsecondo diluvio universale!!!! “Grazie Dio! Ma manco qui posso stare tranquilla??? “Ce la puoi fare Sara, abbi fede!” Mi dice la forza di volontà che non si stanca mai di aiutarmi! Lascio la valigia fradicia in stanza e scendo in sala per la presentazione del corso.

“Ah ecco Marinella Santini, finalmente la conosco! Si è vero, è mia amica su facebook, ma chè strano: ha accettato la mia amicizia senza neanche conoscermi e abbiamo parlato come se ci conoscessimo già...chissà che persona è? Ora però ha anche una voce, una sembianza e un motivo vero per essere mia amica su fb!!!!”

Parli poco, ma dici tanto: “Dovete risvegliare il fanciullino che c’è in ognuno di noi!” Come scusa? No dai Marinella non può essere...non deludermi...mi hanno parlato in tanti di te...Come il fanciullino? Quale fanciullino? C’ ho messo 33 anni a diventare grande e matura ( messo che ci sia riuscita!) e ora vengo fino a Verbania per tornare bambina???? Ma poi perchè? Non so te Marinella cara, ma io al mio
 prossimo compleanno, purtroppo farò un anno in più, non di certo uno in meno!!!! No su, ti prego! Ho quasi 34 anni, abbi pietà di una povera me che oramai si crede una donna!!! Non ce la posso proprio fare e non ce la farò mai a tornare “enfant terrible”!

Ti dirò, e che per favore resti tra noi: cambio spesso idea, ma così velocemente come stavolta mai!!!

Col tuo irresistibile accento toscano starai pensando: “Fortuna che si sentiva matura! Questa me sa me sa, che ne aveva 3 di fanciullini dentro da risvegliare!!!!” Bè come darti torto!

Sarà che il collegio dove si è svolto il corso mi ha ricordato gli anni tremendi del liceo, sarà che gli anziani mi hanno nostalgicamente ricordato le mie nonnine, aggiungi poi Lulù, la bambolina a cui ci siamo presentate, oh Marinella sto fanciullino c’ha messo proprio un attimo a tornare alle luci della ribalta!

Dalla notte alla mattina mi son ritrovata a far linguacce e “marameo” a persone semi-estranee, a saltare come un coniglio, a fare il girotondo, a rotolarmi nell’ erba, a cuocere pop corn di spugna e a mangiare aria. A sentirmi principessa, ape, nanetto ( oddio a sentirmi nanetto non ci è voluta molta fantasia!).

Ma chè ci hai fatto maestra? E’ davvero possibile che abbia ricominciato a sognare e per di più ad occhi aperti? Possibile che mi sia emozionata per aver grattato con le dita la musica e che tutte insieme siamo diventate un’ orchestra che ti seguiva nelle veci di direttore per l’ audizione al “Coven Garden”?

Credo sia stato in quel momento, nel sentire la mia faccia intrepida in attesa del tuo nuovo comando, nel sentirmi le orecchie attente e gli occhi straboccanti di sorpresa, proprio lì che il fanciullino mi abbia urlato : “Presente! Eccomi! Ci sono!” Ed io non me ne sono nè spaventata, nè vergognata. Anzi...ero felice! Di nuovo.... Ero tornata bambina! E con lo stesso entusiasmo dei bambini che si rallegrano con poco, io mi sentivo gioire per qualche pezzo di giornale tra le mani; con gli stessi occhi dei bambini che vivono tutto con curiosità, ho guardato per tutta la lezione quella cesta al centro sala, interrogandomi e rispondendomi con varie ipotesi sul suo utilizzo; con lo stesso amor proprio dei bambini che sanno volersi bene senza presunzione e a tutti i costi vogliono vincere e affermarsi, anch’io con la stessa ingenuità e delicatezza, ho cercato qualche piccola vittoria o il semplice “brava” della maestra. E infine e soprattutto, con la stessa spensieratezza dei bambini che agiscono senza fini, né preoccupazioni e sanno divertirsi con pazienza e senza limitazioni, anche io sono letteralmente impazzita di vita facendo volare i coriandoli di giornale, facendo le bolle con la cannuccia, visitando il castello incantato e innalzando al cielo un paracadute colorato.

E in quel divertirmi mi sono commossa nell’ errata consapevolezza di essermi arresa di fronte ai problemi quotidiani e all’aridità di tanti cuori incontrati sulla strada della vita, commossa perchè giocando, dimenticavo man mano la tristezza e l’amarezza di certi giorni, commossa perchè di nuovo libera dai brutti ricordi e dallamalinconia.

Cara Marinella,
ho aggiunto questa postilla seria non certo per intristirti, anzi! Ma come saprai, i migliori clown in fondo in fondo sono anime tristi che amano l’allegria degli altri. Però tranquilla:per il finale a tutto questo parlare, vorrei regalarti un’ ultima risata...d’altronde me l’ hai insegnato tu che non c’è niente di più bello che ridere di
cuore...ed io con te l’ho fatto sempre... No perchè ora il dubbio è questo: “Ma sto fanciullino mò, si riaddormenta sbrigativo o tocca tornà all’ asilo?”
PS:Grazie!
Mi sei piaciuta molto (e detto da una criticona come me, è davvero tanta roba!!!)

Seminario Lago Maggiore - luglio 2011 - Relazione di Sara Bovio

  Sara Bovio  RELAZIONE GIOCODANZA®
   Cara Marinella,

  quest’anno tra gli altri mi è stato affidato un corso di bambine di sette anni. Da subito sono stata contenta di vedere che erano sveglie e che mi seguivano bene ma, dopo poche lezioni, una di loro ha iniziato a essere un po’ esclusa dalle altre. Era un tipino solitario un po’ particolare, una bimba spesso imbronciata, critica nei confronti delle altre, un po’ pigra ma molto seria e ordinata (prima di iniziare la lezione piegava e impilava perfettamente tutti i suoi vestiti… una perfezionista). In seguito ho visto che faceva fatica ad accettare le mie correzioni soprattutto il fatto di non riuscire a svolgere correttamente un esercizio, si arrabbiava tantissimo e a volte mi rispondeva anche male ad alta voce. Ho pensato quindi di parlare con la mamma che mi ha subito confermato che quello che avveniva a danza avveniva anche a scuola e a casa dove forse soffriva un po’ per l’esuberanza e l’intraprendenza della sorellina più piccola, e proprio perché sapeva che la bambina faceva fatica a fare amicizia aveva pensato di iscriverla a danza per cercare di integrarla con gli altri bambini. Non mi sono persa d’animo e ho cercato sempre di coinvolgerla nelle lezioni ma devo dire che se avessi frequentato prima il corso di giocodanza sarei stata molto più preparata ad affrontare questa situazione, a creare lo spirito di gruppo e a farmi suggerire da Lulù le correzioni per non farla sentire giudicata.

  Inoltre mi è accaduto di fare alcune sostituzioni con bimbi di quattro e cinque anni e devo dire che mi sono trovata in grande difficoltà soprattutto nel riuscire a mantenere viva la loro attenzione. Ho deciso allora di correre ai ripari… Avevo sentito parlare della metodologia del giocodanza, ho cercato e trovato molte informazioni in rete e parecchie testimonianze positive, così ho deciso di iscrivermi al corso.

  Ho capito da subito il valore dell’approccio “giocoso” che caratterizza questo metodo didattico (che potrò spiegare anche ai genitori), un gioco di tipo educativo, con delle regole e dei contenuti ben precisi che in qualche modo rimangono nei bambini al di là che poi proseguano la carriera di ballerini oppure si dedichino ad altro.

  Ho iniziato a studiare danza all’età di sei anni, dopo averlo chiesto esplicitamente alla mamma. Mi ricordo ancora molto bene la sala in cui si studiava, la maestra, le compagne e alcuni esercizi di propedeutica che a me, anche se trattatati in modo tradizionale, non sono mai pesati. Così non è stato per quasi tutte le mie compagne che hanno presto abbandonato lo studio della danza e considerando anche che i bambini oggi ricevono moltissimi stimoli, fanno fatica a concentrarsi e si spazientiscono facilmente è necessario cambiare approccio. Dopo aver frequentato il corso devo dire che oltre a dispiacermi per cosa mi sono persa da piccola… non vedo l’ora di adottare questo metodo nelle mie lezioni, perché se è vero che la danza è per pochi, gli insegnamenti che può dare sono preziosi ed è bene che siano per tanti, non solo per gli allievi dotati o per i più tenaci.

  Sia che si abbia una scuola propria o l’affidamento di alcuni corsi è importante cercare di non perdere allievi durante l’anno e non faccio fatica a credere che con il giocodanza questo non avvenga: le lezioni sono divertenti, piene di attesa per scoprire come si svolge il gioco o come proseguirà durante la lezione successiva. Senza fatica le bambine imparano la tecnica, la postura e molti altri elementi importanti come la percezione corporea, l’utilizzo del campo visivo e uditivo, il conteggio della musica, imparano a mantenere il loro posto nello spazio o ritrovarlo senza sentirsi smarrite nel momento in cui si trovano in un luogo diverso dall’aula di danza (problema a cui ho tentato di porre rimedio cambiando il fronte delle lezioni ma non con tutti questo si è rivelato sufficiente).

  Già prima di affrontare questo corso ho sempre cercato di rendere meno noiose le mie lezioni soprattutto ai bimbi più piccoli utilizzando musiche vivaci che piacciono ai bambini, oppure colonne sonore di cartoni animati e variando molto gli esercizi, introducendo lo studio del ritmo, la danza libera e piccole coreografie. Quello che però trovo davvero innovativo nella metodologia del giocodanza è il modo di porsi verso i bambini, la maestra diventa un compagno di giochi, di fronte al quale anche i più timidi non si sentono giudicati: credo che questo modo di proporsi, unito al fatto che non esistono bambini a cui non piaccia giocare, siano le ragioni principali per la quale la metodologia ha tanto successo.

  Quello che voglio fare dalle prossime lezioni è cercare di propormi così, come una compagna di giochi senza smettere di pretendere il rigore nell’esecuzione della parte tecnica o nel rispetto delle regole dei gioco così come avviene in questa metodologia dove il gioco e la danza sono perfettamente fusi e in equilibrio tra di loro.

  Un’altra idea che mi piacerebbe adottare è quella di fare partecipare anche le mamme o i papà alla lezione dimostrativa proprio perché si rendano conto del lavoro che sta dietro al gioco e ne approfittino per giocare insieme ai loro bambini. Tanti genitori lo fanno di rado perché hanno poco tempo o sono stressati dal lavoro e allora li “parcheggiano” davanti alla tv inevitabilmente impigridendoli.

  È stato anche interessante vedere come ai più grandi si possono proporre giochi un po’ più impegnativi dal punto di vista della tecnica ma comunque divertenti. So che probabilmente sarà faticoso tenere alto il ritmo della lezione per non arrivare alla saturazione e allo stesso tempo non essere travolta dall’entusiasmo delle bambine… nel caso… il corso insegna… ci sono sempre i giochi del ritorno alla calma!

Immaginazione, sogno e fantasia si sono risvegliate in me,

grazie Marinella!

Seminario Lago Maggiore - luglio 2011 - Relazione di Paola Chiappa

RELAZIONE GIOCODANZA® di PAOLA CHIAPPA

Verbania, 21 luglio 2011

Ora sdraiati,gambe raccorciate, srotola la schiena, chiudi gli occhi e mentre ascolti
questa musica SOGNA...
Aprii lentamente gli occhi, entrava la luce dalla finestra, poi li richiusi, me li strofinai con dolcezza e sentii una voce chiamarmi; scesi dal letto, la mia camera mi sembròdiversa, forse più grande del solito...sarà stato l’effetto dei pochi raggi di sole che penetravano tra le persiane.

Ciao Paola, disse mamma baciandomi la fronte mentre mi accarezzava il viso; quanto tempo dall’ultima volta, mi mancano molto le sue coccole... Lentamente e ancora assonnata la seguii verso la cucina, provai una strana sensazione malinconica quando vi entrai, qualcosa era diverso e quasi faticai a sedermi sulla sedia.. Ma certo, ero ancora indolenzita dal riposo notturno. La tavola era ordinatamente apparecchiata per la colazione, c’era la mia tazza a pois, la mia vecchia tazza..mi pareva si fosse rotta..e il mio piccolo cucchiaio con il manico rosa.

Paola, oggi c’è una sorpresa per te, disse mamma, ti porto a DANZA. Ma che dice! Ho appena compiuto trent’anni, mamma sta scherzando... Il mio piccolo cucchiaio.. la mia vecchia tazza..

Finalmente capii.. Ma come poteva essere successo? Ancora con la mente confusa, corsi in sala dove all’ingresso c’era un grande specchio, mi guardai, ero io. Ero io a sei anni!

Salii tre piani in ascensore; mano nella mano con mamma attraversai un lungo corridoio fino a raggiungere una grande porta di legno vissuto di color marrone chiaro, dove vi era appeso un grande cartello - Sala Danza 3 -. Entrai. In fondo alla sala dipinta di un forte arancione c’era una signora ben vestita, con i capelli rossi un po’ in aria e gli occhi truccati di nero; ci guardava con un buffo sorriso da dietro gli occhiali, piegando la testa leggermente in avanti.

Buongiorno Bambine... disse.. Sono Marinella, e sono la vostra MAESTRA!
Sono sempre stata una bambina timida e insicura, ma stranamente al suono della sua voce mi sentii subito a mio agio. Doveva essere una persona molto importante, perché aveva anche un’assistente; si hiamava Alessandra e aveva due grandi occhi azzurri.

Incuriosita mi guardai attorno, nella sala c’erano due grandi specchi e lungo la parete, appoggiati in modo ordinato, c’erano degli strani oggetti dai mille colori. uardando più in là, la mia attenzione fu subito catturata da un’orsetta appoggiata sul tavolo accanto allo stereo.

Era vestita da ballerina! Che bella!! Anch’io volevo una bambola col tutù!
Bambine, siete pronte? Disse la Maestra.. Avete preparato lo zaino?.. avete messo dentro il vestito da principessa? Zaino? Io non avevo nessuno zaino!!
Io non ho mai avuto un vestito da principessa!! Subito fui colta da quel senso di paura, sentii i miei occhi riempirsi lentamente di lacrime e si facevano sempre più pesanti.

Guardai le altre bambine con quella forte voglia di mamma e di piangere.. Paola! Mha , c’è l’ho io il tuo zainetto disse la maestra col suo strano accento, allungando le sue mani vuote verso di me.

Guardai incuriosita, ma non c’era nessuno zaino! Allora alzai lo sguardo fino a incrociare i suoi occhi, mi stava guardando divertita e con un sorriso rassicurante scosse forte le mani...
È un po’ pesante, che c’hai messo dentro? Finalmente eccolo! Lo zainetto! era lì tra le sue mani!
Il più bello che avessi mai visto, tutto rosa ”brilluccicoso”, pieno di pietruzze colorate e bottoncini dorati!
La maestra mi aiutò ad infilarlo sulle spalle, non feci fatica e non era nemmeno pesante!

Siete pronte Bambine? Siete pronte ad entrare nel castello delle meraviglie insieme a me?
Oggi 21 Luglio 2011 ho deciso di andare in un negozio di giocattoli qui a Verbania e
comprare una bambola. La bambola che porterò a casa e mi farà ricordare PER SEMPRE questa bellissima esperienza; la bambola che insieme a me inizierà a danzare giocando. Si chiamerà Marilù.

Grazie Marinella! Grazie Lulù!

Seminario Lago Maggiore - luglio 2011 - Relazione di Marta Ciccone

  RELAZIONE DEL WORKSHOP DI GIOCODANZA®


  Cara Marinella,

  mi sono a lungo interrogata se fosse più opportuno scegliere un genere fantasioso o autobiografico e metacognitivo per stendere questa relazione…infine ho scelto la seconda ipotesi in quanto riservo il divertimento per giocare con i bambini. In questa sede piuttosto ritengo che sia meglio riordinare le idee sul corso e sul percorso professionale che mi ha portata fin qui.

  Nonostante le resistenze che nella vita ho dovuto incontrare, la mia passione per la danza è rimasta la stessa dal giorno in cui a quattro anni iniziai a ballare e negli anni è cresciuta sempre più, giorno per giorno. E con lei…il mio sogno di sempre: diventare una maestra di danza.

  Così con grande forza di volontà ho lottato per raggiungere quest’obiettivo. È soltanto da pochi anni che insegno, ma essendo stata catapultata in una classe senza alcuna formazione per insegnare, durante il primo anno ho compiuto molti errori. Da quel momento ho cominciato a rendermi conto dell’importanza della ricerca e della formazione continue.

  Pur avendo sempre amato la danza classica, nell’insegnarla ai bambini mi rendevo sempre più conto di quanto l’approccio tradizionale tendesse ad imporre unicamente un rigore e una disciplina tali da escludere dal processo di crescita del bambino quasi completamente il lato ludico e creativo, che unitamente a quello artistico solo l’esperienza del danzare può regalare.

  Pertanto ho iniziato a sperimentare un po’ nelle lezioni ai bambini, parallelamente al percorso di crescita formativa che mi ha condotta fino a qui.

  In particolare per me quello in corso è stato, è e sarà un anno di formazione profonda e molto arricchente sul piano sia personale, sia professionale: ho svolto una ricerca sulla danza educativa come strategia per l’integrazione sociale nella scuola primaria per la mia tesi di laurea e, contemporaneamente, sto terminando il corso annuale per danzeducatore®. Questo percorso mi ha permesso di rivedere e rimettere in gioco me come persona, come educatrice, come insegnante. Ho sempre creduto che l’importante sia che ogni allievo, dal più o al meno dotato, viva l’esperienza del danzare come una sensazione di benessere e che, apprendendo, si diverta. Grazie alla danza educativa ho iniziato ad intravedere la possibilità di mettere in pratica nelle scuole di ogni ordine e grado il pensiero di Rudolf Laban “ogni uomo è un danzatore”. Per me continuava a restare però il problema dell’inserimento della tecnica all’interno dei corsi di propedeutica. Fortunatamente durante lo scorso anno sono venuta a conoscenza del metodo del Giocodanza®. Ciò che mi ha spinta ad accostarmi ad una didattica nuova, che propone un approccio graduale alla tecnica allo stesso tempo ludico ed educativo sono alcuni principi cardine della mia filosofia di insegnamento. Nell’insegnare danza infatti intendo promuovere la creatività, la motivazione intrinseca del bambino a danzare, suscitare il sorriso e la gioia di ballare, con la finalità generale di contribuire ad un processo di sviluppo psicomotorio sano ed adeguato sia ai bisogni, sia all’età del bambino.

  In autunno avevo già acquistato e letto il libro “giocodanza la nuova propedeutica…ovvero imparare giocando!” che mi sembrava rispecchiasse esattamente quello che stavo cercando e durante quest’anno avevo già provato a prendere spunto da tale approccio didattico nel montare le mie lezioni, all’interno delle quali ho provato anche a lasciare molto spazio alla creatività dei bambini, stimolando la loro immaginazione e proponendo attività di composizione. Tuttavia l’aspetto della tecnica continuava ad essere messo in disparte, relegato ad uno studio più tradizionale in sequenze di esercizi.

  Le mie aspettative prima del corso di Giocodanza® erano dunque quelle di apprendere degli strumenti che mi permettessero di mettere effettivamente in pratica le mie idee, grazie alla possibilità di studiare e provare io stessa gli esercizi-gioco ideati da un’insegnante più esperta disposta a condividere la sua esperienza.

  Giunta al termine di questo breve, ma intenso corso, mi ritengo molto soddisfatta.

  Sebbene inizialmente nutrissi qualche reticenza nel mettermi in gioco, risvegliando il mio lato bambino davanti ad un gruppo di adulti che non conoscevo, a fine corso posso affermare di sentirmi arricchita, ma innanzitutto di essermi divertita.

  Credo infatti che debba essere l’insegnante stesso a divertirsi, perché solo in tal modo può essere in grado di trasmettere la passione per la danza ai suoi allievi.

  Rielaborando i contenuti proposti all’interno del workshop intendo introdurre il Giocodanza® nelle mie lezioni, sposando tale metodologia con le mie sperimentazioni di danza creativa, affinché possa formare degli allievi preparati sul piano tecnico, artistico, espressivo, ma soprattutto personale, perché non perdano mai la passione per una disciplina che richiede tanto rigore, ma anche tanto amore come la danza.

  La strada per diventare una brava insegnante è ancora lunga…ma l’importante penso che sia non smettere mai di imparare dai propri errori, credere nella propria passione, formarsi sempre e divertirsi nell’esercitare la propria professione…chiaramente per questo non basta solo il Giocodanza®, ma può essere un valido strumento per gli allievi e per l’insegnante stesso.

  Pertanto grazie della tua disponibilità a condividere tutto questo con altri insegnanti.

  Marta Ciccone



giovedì 28 luglio 2011

Seminario Lago Maggiore - Luglio 2011 - Relazione di Laura Ferrari

RELAZIONE GIOCODANZA® di LAURA FERRARI


Verbania, 21 luglio 2011

Caro bambino,

  mi trovo a Verbania sul Lago Maggiore e ti sto scrivendo tra il verde di un adorno giardino dell’hotel in cui sto giocando.
  Hai capito bene! Giocando!!! Ti porto nella mia pancia, che sta diventando un mappamondo, da ormai cinque mesi, e con me tu giochi con altre 18 bambine adulte!
Vedrai, hai una mamma un po’ diversa dalle altre, come d’altronde lo è la tua famiglia.
  Quando potrai leggere questa lettera te ne sarai già accorto da tempo! Ma soprattutto come avrai notato ti sentirai diverso dagli altri bambini. Ma non è un problema, anzi scoprirai che è una risorsa! E’ una sensazione bellissima che ti farà sentire unico e libero! Libero di provare ciò che sei e di donarti agli altri per poter ricevere senza pretese ed aspettative.

  Come ti raccontavo io e te siamo in una città che si affaccia sul riverbero del lago e siamo arrivati qui da qualche giorno con Paola, Elena e Sara Scintilla. Oggi il sole ha finalmente aperto il cielo ed il vento ha portato via la pioggia che ci ha intorpidito per tre giorni di fila! Nei giorni uggiosi abbiamo giocato per dieci ore, quasi consecutive, e tutti quei giochi che facciamo spesso con la nonna e gli zii Paolo e Francesco e i tuoi amichetti e ovviamente con le amiche della mamma!!!
  Nella stanza arancione, in cui si è giocato in questi giorni, la finestra sembrava palancarsi, non sul grigio malinconico cielo, ma su di un prato che poi diventava colle, monte, giungla, villaggio, deserto, castello... non esistevano pareti, ma fronti con ruscelli e stagni con le rane, con casette buffe con i nani.... Una sala che Maga Marinella trasformava con poche parole.

  Parole di polvere incantata che la mia fantasia usava per dipingere paesaggi e oggetti come in un trompe d’oeil.

  Mi auguro che ti sia piaciuto.
  Io giocavo e mi sentivo danzare perché l’immaginazione mi portava a rappresentare con il corpo animali, statue, principesse, stati d’animo... Quando il corpo disegna ciò che la mente vuole rappresentare lo fa nei migliori dei modi, lasciandosi plasmare, allungare, tirare, smollarsi, contrarsi.... e questo non è danzare? Danzare esprimendosi con divertimento!! Il massimo del godimento! E poi noi due danzavamo ad unisono, stretti, intrisi, fusi...

  Ecco ora ti ho svelato il segreto di come, dove e soprattutto da chi ho imparato così tanti giochi che facciamo insieme. Quei giochi che inventiamo e che tu arricchisci ogni giorno. Quei giochi che ti fanno sentire bene con il tuo fisico senza pensare che stai lavorando... quelli che coinvolgono tutti, che ci fanno ridere e passare il tempo come un battito d’ali.

  Grazie a Marinella, ad Alessandra, a Lulù e a tutte quante le giovani donne che c’erano con me in quel luogo incantato circondato dal mondo reale, ho riscoperto a leggere con altra chiave la mia fantasia e creatività, innanzitutto ho imparato a come trasmetterla agli altri.

La tua mamma.

Seminario Lago Maggiore - luglio 2011 - Relazione di Elena Prestini

RELAZIONE GIOCODANZA® di ELENA PRESTINI

Verbania, 21 luglio 2011

  E’ inutile: penso e ripenso ad una relazione originale e divertente per spiegare cosa mi ha trasmesso questo corso intensivo di gioco danza, ma i pensieri, le immagini,le parole si sovrappongono una all’altra e il mio cervello non riesce ad elaborare nulla di veramente interessante.

  Passeggio per lo splendido parco dell’hotel in cerca dell’ispirazione, ascoltando musica di Maria Gadù. Grazie alla sua famosa “Shimbalaiè”, cammino fino ad arrivare ad un campetto da calcio circondato da una pista d’atletica che si trova proprio di fronte al palazzo dove si sono svolte le lezioni di giocodanza.
  Non l’avevo mai notato dal balcone dove più volte Giulia, una compagna del corso, e Marinella, la nostra insegnante, si sono appartate per “rilassarsi”. Non so cosa, non so come, forse la combinazione cielo azzurro e sole, che da solo due giorni ci fanno compagnia, aria aperta, verde e musica, mi ha fatto sorridere dandomi la voglia di correre e camminare sentendomi libera e soprattutto mi ha dato l’idea di scrivere semplicemente le sensazioni provate durante il corso.

  Per tre giorni intensi ci siamo lasciati andare in un mondo magico, fatto di gioie, fantasie, risate; un mondo dove la noia non sta di casa, i brutti pensieri, la malvagità è allontanata. Tutto costruito con precisione per utilizzare l’energia, la grinta, la fantasia di costruire una lezione attraverso giochi costruttivi, facendo partecipare attivamente i bambini insegnando loro a conoscere lo spazio, la musica da utilizzare e tutti i cinque sensi, avendo la pazienza di ascoltare ed imparare passo dopo passo.
  Senza bruciare le tappe, conoscendo piano piano il corpo umano e imparare ad utilizzarlo nel migliore dei modi per poi trasmettere attraverso di lui emozioni ad altri.
  Ci siamo più volte trasformati in animali, principesse, nani e chi più ne ha più ne metta liberando la fantasia, liberandoci dai mille preconcetti, modi di fare da adulti, per ritrovare la capacità di creare un contatto visivo, fisico o verbale.

  Imparare ad ascoltare, elemento importantissimo anche per la vita di tutti i giorni, dato che viviamo in un mondo non più in grado di fermarsi ad ascoltare quello che vogliono dirci o trasmettere gli altri e soprattutto, se stessi, il proprio respiro, che dà la vita.

  Ecco la frase adatta per sintetizzare il corso di giocodanza “soffio di vita”, perchè attraverso la fantasia, l’immaginazione si diventa liberi, come un profondo respiro dopo l’apnea che ti riempie i polmoni d’aria dandoti una forte sensazione disoddisfazione personale, di sentirti vivo ed importante.
Passandoti mille informazioni, insegnamenti e la disciplina, sapendo che per provare quella sensazione di pienezza devi costruire pian piano le fondamenta del tuo essere come persona, fisicamente e spiritualmente.

Le nuove insegnanti - Seminario Lago Maggiore - luglio 2011

GIOCODANZA®:




Workshop Giocodanza Lulù a Verbania





Sabato 23 luglio 2011


Esami superati per le nuove leve che potranno utilizzare il marchio registrato.

Verbania - Lago Maggiore


Alla fine ce l'hanno fatta tutte e diciasette. Il corso, che si è tenuto a Verbania nell'occasione del V° stage Lago Maggior Danza, ha promosso le insegnanti che potranno utilizzare il marchio registrato Giocodanza® nelle loro rispettive scuole.

La divulgazione del metodo d'insegnamento creato da Marinella Santini, compie così un ulteriore passo in avanti.

La capillare diffusione della metodologia è affidata adesso a Daniela Crisafulli, Elena Chirkova, Elena Prestini, Eva Sabatti, Giada Broccoletti, Giulia Albiero, Laura Ferrari, Letizia Francioli, Marta Ciccone, Paola Chiappa, Sara Bovio, Sara Scintilla Lattanzi, Susanna Bonifazzi, Tati Dawani, Valeria Cavo, Valentina Franceschini, Valentina Mannella, nuove insegnanti per una disciplina che sta ottenendo ormai da molti anni sempre maggiori consensi in tutta l'Italia.

ho condotto tantissimi seminari, tutti coinvolgenti, ma questo è stato tra i più belli che io abbia mai fatto e, soprattutto, emotivamente "forte"! Sono felice di avervi conosciuto ragazze e di avere provato con voi grandi emozioni.

Vi aspetto a Grosseto x la Festa di Lulù. Un grandissimo abbraccio anche da parte sua, Buone Vacanze!!!!!

Marinella

Eva Sabatti - Marinella.... ma come si fa a rientrare nel mondo reale?! sono ancora a Verbania con la testa... E' stata un'esperienza fantastica, sei unica.... grazie di tutto.....!!! ♥ ♥ ♥

Sara Scintilla Lattanzi - Mi aggrego...io ho uno spaesamento continuo...mi sta stretto il vestito da "grande" dopo aver indossato quello magico dei "piccoli" ...quando vai sull' isola fantasia, torni insofferente per la realtà...:(!

Valentina Franceschini ...e da oggi sono ufficialmente Insegnante di Giocodanza® !!!! :-) Un Grazie davvero Immenso ad un'insegnante molto Speciale Marinella Santini

Daniela Crisafulli - Marinella Sei grande!!!!! ♥

Marinella Santini - Grazie a voi, Eva. Anche per me è stata una esperienza fantastica!!! con ragazze meravigliose che sono riuscita a far tornare bambine!

Eva Sabatti .... e pensare e ripensare alla settimana appena trascorsa! è stato troppo bello! ho conosciuto delle ragazze fantastiche,,, ed è bello scoprire che c'è ancora gente vera che sa renderti la vita speciale.... ♥
e grazie Jones,,, è stata un'esperienza unica che porterò sempre nel cuore! tutto questo merito va a Marinella Santini... è un'esempio da seguire, nella danza e nella vita .....