mercoledì 19 marzo 2014

Relazione di Aggio Emanuela Maestra di Giocodanza®

Relazione di Aggio Emanuela Maestra di Giocodanza® - Corso di Formazione di Brescia 2013/2014


“Cosa vorrai fare da piccola?”

  Sin da piccola non ho mai sopportato la domanda cosa vorrai fare da grande.

  Ora che grande lo sono, a parte non aver deciso ancora che fare nella mia vita; (ma questo aspetto ovviamente meriterebbe una relazione da scrivere a parte); trovo questa domanda ancor meno appropriata per un bambino.
  Credo che molto spesso, gli adulti o meglio ancora “i grandi” si dimentichino quanto sia bello e cosa significhi essere bambini.
  Questi ultimi hanno nella loro vita, giornate ricche di emozioni, doveri, regole, problemi e relazioni da gestire con grande impegno. Spesso sono sottoposti a richieste che creano in loro stress e frustrazione nel caso non riescano a gestire al meglio il tutto.
  E qui mi domando: perché un bambino non può vivere con serenità le sue giornate senza troppa ansia sul risultato finale? Perché  non può invece godersi la strada che lo porterà a tale risultato con tutta la serenità e la spensieratezza che dovrebbe caratterizzare quest’età?
  Chiedere cosa faranno da gradi li obbliga sicuramente a fantasticare su un futuro lontano, ma anche a caricarli di ansia e aspettative a volte poi negative da parte dei genitori e/o dalla società.
  Perché, invece, non chiediamo a loro ma specialmente anche a noi stessi cosa vorremmo fare ora, o cosa ci piacerebbe fare se potessimo tornare bambini?
  
Sarà che soffro della sindrome di Peter Pan, sarà che nel mio lavoro sono a contatto sempre con bambini o che a volte la vita mi ha messo di fronte a difficili e spiacevoli esperienze che io questa domanda ho imparato a farmela spesso.
Magari noi grandi sapessimo affrontare le avversità e i problemi con le capacità dei bambini.

  Tutto questo è per spiegare perché, in un giorno di cazzeggio totale, (scusate il francesismo ma è il termine migliore per descrivere il momento in cui mi trovavo) mi sono imbattuta per caso nel termine “Gioco Danza” su un sito.

Il gioco, il lavoro quotidiano di ogni bambino. Passaggio fondamentale per la crescita fisica e psichica di ogni individuo. Ecco cosa dovremmo fare nella vita giocare.
Sono molti anni che insegno danza e in tutto questo tempo sono sempre stata convinta di una cosa, che le mie allieve dovessero sempre uscire da ogni lezione con un sorriso.
Che se volevo ottenere risultati e miglioramenti dovevo impostare ogni lezione con esercizi che risultassero divertenti, anche se impegnativi. Ho sempre cercato soluzioni che non creassero nelle allieve stress o frustrazione se non eseguiti nel modo corretto, studiando strategie per spronarle ad impegnarsi anche nel lavoro a casa.

Ed ecco che la parola “Gioco Danza” era proprio ciò che cercavo e faceva per me. Giocare con la danza c’è qualcosa che descriva al meglio la mia idea della danza? Non credo.
Passai il pomeriggio alla ricerca di informazioni a riguardo sui vari siti e blog per saperne di più e quando trovai sul sito il corso a Brescia la decisione di iscrivermi è stata immediata.
  Sono passati mesi da quel giorno, ho partecipato a 3 incontri e messo in pratica i vari giochi/esercizi con le mie allieve di diversa età. Vedere i risultati già dopo poche lezioni non ha davvero prezzo.
  Le mie ballerine sono molto più entusiaste, curiose e partecipi, escono dalla sala con la voglia di ritornare a lezione per non parlare dei miglioramenti posturali tecnici e di attenzione.
  A casa le mie allieve, studiano anche nuovi giochi o come poter rendere ancora più belli quelli già sperimentati ed anche i genitori sono felici per il loro entusiasmo.
Dal corso  ho imparato a mettere questa filosofia di vita, perché per me di questo si tratta, in ogni lezione, in ogni giornata.
  Ho fatto mio questo pensiero ed insegnamento e cerco di inserirlo in ogni esercizio in modo da poter creare, non solo un luogo dove viene insegnata una disciplina ma, un mondo magico dove ogni allieva e me compresa possiamo sentirci felici e rilassate.
Ho sempre amato la danza e trasmettere la mia passione ad altri, ma non nego che, prima del corso, a volte per lo stress o per problemi esterni non ho eseguito al meglio tutte le lezioni. Ci sono stati giorni in cui ero triste, svogliata o di malumore e ovviamente il mio insegnamento ne risentiva.
  Partecipando attivamente durante il corso, ad ogni esercizio in prima persona ho ritrovato e ritrovo ogni giorno la gioia nella danza anche in giornate negative.

Ho colto l’occasione della relazione per poter spiegare il motivo che mi ha spinto ad avvicinarmi a questo mondo, perche nonostante sono una gran chiacchierona non amo parlare di me stessa se non per cose futili.
Ringrazio cosi, attraverso queste poche righe, voi per la bellissima esperienza vissuta insieme, per tutti gli aspetti educativi e tecnici trasmessi, per aver più volte sottolineato che i bambini vanno visti come piccoli adulti, per le nuove amicizie fatte durante i fine settimana sia al corso che alla sera in hotel ma specialmente per avermi fatto tornare bambina.

La danza è un’arte, è un modello di vita, è fatica, impegno e regole e dedizione ma se è anche gioia, sorrisi e divertimento allora si che diventa magia.

Grazie davvero di cuore.


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