sabato 22 marzo 2014

Relazione di Anna Crescimbeni- Maestra di Giocodanza®



Tesina d'esame di Anna Crescimbeni
Corso di Formazione Professionale Giocodanza® 


Brescia - Anno Sociale 2013-2014

  bIl mio arrivo al primo incontro del corso di Giocodanza è accompagnato da una grande curiosità: “potrò insegnare alle mie bambine l’ordine e la disciplina necessari nella danza attraverso il gioco?” Questa era la domanda che mi frullava nella testa, dato che “ordine e disciplina” sono state le parole che, da sempre, hanno accompagnato il mio percorso formativo nella danza.

  Devo ammetterlo, sono arrivata al corso molto motivata, pronta a farmi stupire, ma anche un po’ scettica. Quest’ultima sensazione dipendeva dal fatto che nei miei ricordi di giovane ballerina non c’era spazio per il gioco durante le ore di danza, ma solo per la ripetizione di esercizi in modo piuttosto pedissequo. Questo approccio formativo con me aveva funzionato, così quando ho iniziato a insegnare alle bambine, ho applicato con loro lo stesso metodo.
  Mi relazionavo a loro in modo accogliente e il più possibile leggero, ma rimaneva il fatto che non vedevo le bambine uscire dalle mie lezioni felici come avrei voluto. Ecco perché ho scelto il Giocodanza: il modello di insegnamento che avevano usato con me poteva incontrare un approccio diverso, forse più adatto a trasmettere la mia passione per la danza alle allieve più piccole.
Valeva la pena “mettersi in gioco” cercando un approccio diverso, più indiretto.
  Al di là della puntualità e precisione nell’esecuzione di movimenti eleganti, nella mia vita la danza è sempre stata espressione di gioia attraverso quei movimenti.
Ma come far arrivare le bambine alla precisione ed eleganza che ci prefiggiamo attraverso il gioco?

   Tutte queste domande da insegnante hanno lasciato il posto, già dal primo incontro condotto da Marinella, ad un coinvolgimento gioioso e partecipe, restituendomi dopo tanto tempo all'essere “allieva e bambina”, riscoprendo la lezione di danza anche nei suoi aspetti ludici. 
Il sentirmi così coinvolta in queste lezioni, mi ha permesso di capire come dovrebbe sentirsi una bambina durante una lezione di danza. Il gioco non toglie struttura all'insegnamento, “ dal contenitore divertente e fantasioso, che usa un linguaggio più adatto all'interlocutore.

  Di fatto il linguaggio “bambino” del gioco veicola le regole nell'esecuzione dei movimenti e nel  lavoro di gruppo necessarie per ottenere insieme un risultato comune, gratificante sia per le bambine che per l’insegnante.

  Raccogliendo margherite e volando come api abbiamo eseguito gli stessi movimenti che mi preme insegnare alle mie bambine con la leggerezza ed il sorriso del gioco.
Ho sentito immediatamente l’esigenza di integrare questa esperienza nelle mie lezioni, il risultato è stato molto gratificante: utilizzando un linguaggio più adatto a loro le bambine sono molto più motivate e si ricordano più velocemente e meglio gli stessi movimenti che prima vivevano come faticosi, sbadigliando e distraendosi spesso.
  E’ davvero di grande soddisfazione sentire che le bambine, dopo un’intensa ora di danza, raccontino con gioia alle loro mamme i viaggi di fantasia fatti insieme, gli animaletti che hanno imparato ad imitare e l’entusiasmo con cui chiedono di fare “viaggi” nuovi.
L’incontro con il Giocodanza è stato importante perché mi permette di insegnare in modo divertente una disciplina molto seria e bellissima.


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