lunedì 24 gennaio 2011

Relazione del GIOCODANZA® di Francesca Presti - Milano 2011

Da bambina non ho mai frequentato una scuola di danza classica. Purtroppo!
Ho cominciato da adulta.
Non sono un’insegnante di danza. Magari! Non so neppure se potrò mai utilizzare le conoscenze acquisite con questo corso di formazione per la mia professione di insegnante nella scuola dell’infanzia. Chissà? Nonostante tutto, mi sono lanciata in questa avventura!
UN PO’ DI EMOZIONI
Secondo incontro ( per me il primo) a Milano.
“Forse sarò l’unica che viene da fuori e che si è inserita al secondo incontro. Si conosceranno già tutte. Mah?!
Forse sarò l’unica non proprio così… giovane. Già! …ma anche se sono quasi tutte ragazze giovani mi sento serena.
L’insegnante mi sembra simpatica, è toscana.
Chissà cosa mi aspetta? Sono curiosa. Sarò in grado di farcela?!

Si comincia…
Presentazioni! Musica! Camminare! Contare il tempo! Seguire il ritmo! Ballare! Saltare! Strisciare! Contatto!Immaginare! Colori! Cerchi! Nastri! Voce! Da sole! A coppie! Con calma… Saluti!
Due giornate intense ma che bello! …e quanto sono stanca!“
Dopo quest’incontro, che per me è stato il primo, l’entusiasmo è aumentato ed ero molto “carica”. Tornata a Bologna, i giorni successivi, non ho fatto altro che
parlare alle amiche del corso e di quanto mi fosse piaciuto.
Primo incontro (per me il secondo) a Torino
“Qui la sala è più piccola e anche il gruppo. Ci sono alcune ragazze, frequentanti a Milano” che recupereranno questo primo incontro qui a Torino come me.
Aspettiamo le ultime ritardatarie e poi iniziamo…
Conosciamoci! In fila! Movimenti! Coreografie! Viaggiamo a tempo di musica! Lato destro! Lato sinistro! A gruppi! Battere il ritmo! Inventare! Copiare! Suoni! Gioco calmo… Saluti!
Un altro fine settimana impegnativo ma che soddisfazione! In queste due giornate abbiamo ballato di più, cioè eseguito piccole coreografie. Bello!”
Al termine di questo incontro ero molto stanca. Il mio corpo cominciava sgridarmi per averlo trattarlo come se fosse quello di una ragazzina.
Terzo incontro a Milano
“Mi sento a mio agio in questo gruppo, anche se è solo la seconda volta che le vedo.
Nei primi due incontri abbiamo fatto cose bellissime… Chissà Marinella cosa ci
farà fare oggi? Forse anche le bambine prima di cominciare la lezione se lo chiedono.
Ecco, si parte. Tutte in cerchio…
Ricordiamo i nomi! Palloni! Ruoli! Rumori! Salti! Massaggi! Fantasia! Segui la
musica! Occupiamo lo spazio! Tira le punte! Postura! Musica lenta! Musica veloce! Giochi! Oggetti! Un po’ di calma…Saluti!
Quante cose nuove! Me le ricorderò tutte?”
Durante il viaggio di ritorno verso Bologna, ho cominciato a pensare che mi
piacerebbe mettere a frutto tutto ciò che, con tanto impegno e piacere, sto imparando grazie a questi incontri.
Quarto incontro a Milano
“Mi dispiace ragazze non poter simulare la lezione con voi. Il mio corpo non ne
vuol sapere. Vi guardo però! Osservo e mi piace cogliere l’espressione dei vostri movimenti anche quando Marinella vi sgrida… però siete delle brave allieve!
Bambine, rompete il ghiaccio! Educate la postura! Orecchie attente! Percepite il vostro corpo bimbe! Tenete il tempo e muovetevi bene nello spazio! Ora usiamo la fantasia! E con calma…Salutiamoci bambine!
Anche senza partecipare attivamente, è stata una giornata intensa.”
Ora con le ragazze c’è maggiore confidenza. E’ bello condividere questa avventura e raccontarsi le proprie esperienze di danza.
Quinto incontro a Milano
“La maestra ci interrogherà… Ce la faremo? Che emozione!”
UN PO’ DI RIFLESSIONI
La prima sensazione che ho avuto, soprattutto all’inizio, è stata quella di grande libertà nell’espressione corporea e divertimento. A ben guardare, però, tutte le attività ludiche proposte, avevano loro regole ben codificate per raggiungere uno scopo non direttamente esplicitato.
E’ stata un’esperienza molto costruttiva e mi ha insegnato come si può ottenere un risultato importante, anche nell’ambito della propedeutica alla danza, divertendosi quindi attraverso una modalità ludica.
uesto era ciò che immaginavo anche prima di frequentare il corso, visto che mi ero documentata, ma non sapevo come fosse possibile.
Quello che non immaginavo, invece, è quanto sia bello muovere il corpo seguendo le indicazioni del GiocoDanza e che per trasmetterlo ai bambini ci vuole competenza e attenzione ai particolari. Non immaginavo quanto la musica così varia, originale, sia fondamentale per rendere efficaci gli esercizi e quanto sia indispensabile creare aspettativa e cercare di formare un gruppo coeso.
Ritengo che la modalità pratica, con cui Marinella ci ha coinvolto dandoci il ruolo di allieve bambine, sia stata indispensabile per metterci in condizioni di comprendere davvero quali siano le finalità del suo metodo.
E’ stato estremamente utile, secondo me, partecipare ad un corso così numeroso. Le altre mi hanno fatto a volte da specchio e a volte mi hanno mostrato tanti diversi modi di essere creativi.
Per quanto riguarda le proposte di esercizi-gioco, da presentare per la verifica
inale, posso dire di aver trovato qualche difficoltà nella loro elaborazione poiché non ho potuto metterle in pratica con gli allievi per valutarne l’efficacia e le criticità. Nonostante questo, il tempo dedicato a questo lavoro di creazione mi ha dato modo di capire che, l’ideazione di un esercizio-gioco, non può
essere lasciata al caso ma per farlo è necessario valutare ogni aspetto in base ai criteri che sono la base del GiocoDanza.
Anche se probabilmente non utilizzerò questo titolo per insegnare GiocoDanza, sono certa che l’approccio imparato prendendo parte attivamente al corso, mi sarà necessario per realizzare i progetti di danza e teatro che già propongo a scuola. Infatti, ho trovato tutti i giochi con contenuti che abbiamo messo in atto durante gli incontri e la completezza dei temi trattati, che costituiscono poi questo metodo, un valido strumento a cui riferirmi per le mie attività.

Però… potrei sempre provare a propormi come insegnante di GiocoDanza!
Chissà come sarebbe la mia classe di allieve?


Francesca Presti - Corso di Milano 2011

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