lunedì 24 gennaio 2011

Relazione GIOCODANZA® corso di Milano 2011 - Barbara Lanza

    CARA BARBARA,

  hai iniziato a prendere lezioni di danza classica all’età di 6 anni, ma quanto ti stava stretta, tu spirito libero che non sei altro, già allora preferivi la danza moderna! Beh, hai proseguito su quella strada, lezione dopo lezione, corso dopo corso, hai imparato molto e sei cresciuta. Non starò qui a raccontare la storia della tua vita, perché la conosci, dico solo che un bel giorno hai deciso di intraprendere la formazione di danzaterapia che hai poi completato con passione, costanza ed entusiasmo.
   Poi hai iniziato ad insegnare e tenere gruppi di bambini, ragazzi e adulti. Tutto andava a gonfie vele: hai ricevuto proposte interessanti, i gruppi cresceva-no, il tuo lavoro migliorava.
   Finché un giorno qualcosa è cambiato… le tue allieve hanno iniziato ad essere sempre meno, sempre meno, e questo ti ha fatto dubitare di te, del tuo lavoro, delle tue capacità mandandoti in crisi.Ti sei chiesta: “ma perché ho meno allieve?”, “le mie lezioni non piacciono più?”, ”cosa devo cambiare?”.
    Mille domande, sì, perché in fondo sai che a tutto c’è un perché. Però non ti sei lasciata abbattere, e hai pro-vato ad ipotizzare: “devo cambiare lavoro?” (e no, impensabile!). Ok allora: “devo modificare il contenutodelle mie lezioni?” (ma, sì, forse…). Timidamente e goffamente ci hai provato, sperimentando, a volte sbagliando, ma altre volte facendo delle belle scoperte!
   Un giorno per caso, navigando in internet, sei venuta a sapere di un corso per insegnanti di giocodanza! “Che bello” ti sei detta “sarebbe arricchente partecipare per avere idee nuove da portare alle mie allieve”.
   Allora ti sei iscritta senza pensarci troppo, proprio come sei fatta tu.
  Già dal primo incontro però ti sei sentita un po’ a disagio, non proprio nel tuo ambiente, tu che venivi da un mondo totalmente diverso da quello della danza classica. Inoltre le tue aspettative riguardo al contenuto del corso erano altre. Eh sì, lo so cara Barbara Biricchina, avresti voluto sbizzarrirti in stimoli ed esercizi più
espressivi e creativi, più coinvolgenti, perché a te piace così!
   Eri combattuta se continuare il corso oppure no. Volevi smettere però qualcosa ti tratteneva lì. Forse da qualche parte sentivi che poteva servirti, ma non sapevi ancora bene perché. D’altra parte non sei proprio il tipo di iniziare qualcosa e smettere al primo ostacolo, tu che sei una guerriera nata!
   Alla fine hai deciso di andare avanti, cara Barbara Biricchina, perché devi purammettere, qualche gioco ti è anche piaciuto e l’hai utilizzato con le tue piccole allieve, come per esempio il gioco con il palloncino. È vero: è un oggetto che hai già utilizzato tante volte nei più svariati modi. Ma mai come l’ha proposto Marinella, con le parole d’ordine “fragola”, “banana”, “poltrona”, “letto” per le quali le allieve avevano un compito ben preci-so. Beh certo, poi tu l’hai riproposto a modo tuo, modificando leggermente i compiti attribuiti alle parole, op-pure chiedendo alle tue allieve di aggiungere altre parole d’ordine e inventare compiti diversi, come per esempio: “gatto” (rotolare assieme al palloncino), “befana” (danzare trattenendo il palloncino tra le gambe) o ancora “bollicine” (colpire il palloncino senza mai lasciarlo cadere). E quanto si son divertite le tue allieve?
    Un sacco e mezzo e anche di più!
   Come vedi durante il corso hai imparato diversi giochi ed esercizi, hai ricevuto idee, proposte, o altri modi di usare oggetti e materiali, i quali già da diversi anni non mancavano quasi mai nelle tue lezioni.Infatti, anche tu, come ha raccontato Marinella, hai notato tanti anni fa che le bambine non avevano più tanta voglia di imparare sequenze di danza a memoria, perché arrivavano strizzate come limoni da scuola. Allora hai dovuto attingere alla tua esperienza di danzaterapia, a tutti gli stimoli di Maria Fux con i vari materiali (stoffe, foulards, palloncini, piume, giornale, sedie e tanto altro ancora), in modo che le tue allieve si divertis-sero danzando!
   Il corso di giocodanza inoltre ha stimolato la tua immaginazione e ti ha spronato a cercare stimoli nuovi, idee e materiali diversi, che non avevi ancora utilizzato come per esempio il sacchetto di plastica, l’elastico, il the-ra-band, il cuscino, ecc. Brava Barbara Biriccchina! Però sai bene che questo corso di giocodanza, non ti ha dato solo alcuni validi stimoli da sviluppare e tra-sformare poi a tuo modo e a tuo piacimento, arricchendoli della tua personale fantasia e creatività.
   La cosa più importante è che questa esperienza ha contribuito a renderti più sicura di te, a capire che le tue idee sono belle e valide, che il tuo lavoro insomma è ricco e creativo! Durante la formazione infatti hai sco-perto che alcuni giochi proposti da Marinella, tu stessa li avevi già sperimentati con le tue allieve bambine,
come per esempio: “il velo”. L’avevi sviluppato diversamente, sì, sì, ma l’oggetto era proprio quello: un pezzo di telo di plastica leggerissimo che si trasformava in “vento”: un vento calmo, un vento che avvolge, un vento he soffia da sopra e poi da sotto, ecc. Ti ricordi quante altre idee ti hanno suggerito le tue allieve su come utilizzare questo bellissimo e suggestivo oggetto di uso comune? Che bello scambio!
   Beh, ora devi proprio riconoscerlo: le tue idee, non sono poi così male... Come hai fatto a pensare di dover cambiare lavoro? Come ti è saltato in mente? Devi crederci di più, tutto qui!
   Ecco perché cara Barbara Biricchina, hai continuato il corso di giocodanza nonostante le iniziali difficoltà, nonostante i dubbi e le reticenze. So e sento che ora hai capito: questa esperienza la porterai nel cuore per-ché in fondo in fondo ti ha fatto crescere ed arricchire interiormente.
   Qualche mese fa, dopo aver lavorato tanti anni per altri insegnanti, hai fondato la tua scuola! Un bel salto nel vuoto, che proprio non ti corrisponde, ma lo sentivi e l’hai fatto! Non senza mille difficoltà, certo, però era giunto il momento di camminare con le tue gambe, di esprimere e sviluppare la tua grande creatività, che hai imparato a riconoscere negli anni. Oggi insegni con gruppi di 2-3-4 persone, e stai capendo che non è il nu-mero delle tue allieve per gruppo a determinare il tuo valore, ma piuttostoil contenuto delle tue lezioni e la passione che trasmetti quando insegni.
    Continua così cara Barbara Biricchina, che vai forte

Corso di MIlano 2011 - Barbara Lanza -  barbaralanza@hispeed.ch

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